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TOP 10 Migliori Registratori Vocali 2024

Avete preso in considerazione, per una migliore qualità del suono, di informarvi e poi comprare un registratore vocale? E se abbiamo questa intenzione su quale vi orientate? In questa guida sarà molto semplice darvi gli strumenti per scegliere, senza dubbio, il migliore.

Avete voglia di entrare nel mondo del registratore vocale? Sì, il registratore, un registratore audio con cui poter scegliere quello che ritenete migliore tra i registratori vocali, un dittafono se volete essere più tecnici, un registratore di suoni che permetterà di avere una qualità infinitamente migliore di quella che vi può dare un semplice telefonino. Un registratore digitale, piuttosto leggero, che sia in grado di essere registratore portatile di alto livello, sia per la professione che per il diletto. Il miglior registratore vocale è quello che serve per una migliore qualità del suono ma, al tempo stesso, il miglior registratore vocale è quello che è più facile da portare con sé. Un registratore professionale può essere una svolta sia per un giornalista, appunto, che per un musicista che hanno bisogno di avere con sé registratori audio che abbiano quelle caratteristiche di qualità audio, di campionamento e di grande capacità nella portabilità che li rendono imbattibili. Un registratore vocale ha prezzi differenti, chi è ancora persona che preferisce guardare i prodotti dal vivo si può pensare di cercare un registratore vocale da expert o anche cercare in rete quello che ci sembra essere un registratore di alta qualità che sia in grado di soddisfare tutte le nostre esigenze.

Quali sono, quali possono essere? Certamente sarà bello scegliere un registratore vocale le cui opinioni da controllare e poi da valutare ancora meglio grazie alle nostre recensioni e di certo non affidarsi al primo “vendo registratore vocale” che vi trovate davanti. Allora è bene seguire con me questa idea di trovare un registratore vocale, valutare l’offerta e poi fare tutto il possibile per essere consapevoli di un acquisto giusto per noi.

Ma noi perché usiamo i registratori vocali? Questo registratore, che come abbiamo visto in precedenza possiamo chiamare con il nome tecnico di dittafono, rende campionabile e poi riproducibile un qualsivoglia suono noi abbiamo captato, che sia ambientale, del parlato o musicale.

Alcuni di voi certamente entreranno nel merito chiedendomi il perché di questo articolo informativo quando poi, noi tutti, sappiamo benissimo che gli smartphone hanno, incluso nel loro interno, un sistema di registrazione. Ma voi lo avete mai usato veramente? Cioè avete mai provato a registrare qualcosa con il sistema di registrazione del cellulare? La qualità, in quasi tutti i modelli, è certamente scarsa ma ancora più ampia si può notare la differenza nel momento in cui troviamo tra le mani uno di questi modelli di registratore vocale, dotati di microfoni sofisticatissimi che sono in grado di captare, in maniera più che eccellente, dal più piccolo dei suoni al più grande, attutendone per quest’ultimo certamente la distorsione.

Qualcuno di voi, però, ancora e ancora, può chiedersi il perché di questa scelta. E io penso sempre all’ambito che più che casalingo è sempre professionale. Per esempio un giornalista può scegliere di usarlo in conferenza stampa senza scervellarsi nel riprendere quello che viene detto scrivendolo. Potrebbe essere usato, e molto spesso viene usato, dagli studenti che, da anni, utilizzano la tecnica del registrare le lezioni per poi sbobinarle a casa.

O agli interpreti che hanno bisogno di seguire, per bene il filo del discorso. Ma parlerei anche di interrogatori o di aule di tribunale, per avere delle prove delle dichiarazioni.

Così come in musica è molto facile dimenticare momenti di genio in cui si avrebbe proprio bisogno di un buon registratore per ricordare questo o quel riff, non c’è davvero nulla da dire. Perché credo che ognuno di noi abbia avuto un momento nella vita in cui ci sia stato bisogno di un registratore per memorizzare qualcosa, per avere una prova, per non scervellarsi nel ricordare questa o quella frase.

Adesso credo che la cosa più interessante possa essere proprio capire come funzionino, prima di fare un excursus molto interessante che ci racconti un po’ la storia della registrazione sonora.

Come funzionano i registratori vocali?

I registratori vocali hanno una serie di elementi che permettono di farci capire il funzionamento di questi apparecchi piccolissimi ma potentissimi.

Il primo elemento, che è davvero fondamentale, è il microfono

Il microfono serve per catturare, anche a metri di distanza, voci, suoni, diciamo nell’arco dei 5 metri. Se il microfono è buono, ed è integrato, si può pensare di avere a che fare con un buon microfono e con una buona registrazione, nitida. Ci sono dei modelli, poi, che hanno la possibilità di inserire un microfono esterno per riuscire a catturare suoni ancora più lontani nello spazio.

Ma come possiamo capire se un microfono è davvero buono per registrare?

Bisogna, sicuramente, ragionare sul fatto che il microfono sia buono o meno partendo dalla sensibilità. Cioè alcune case di quelle famose, come Sony o Olympus, hanno delle sigle che, da prima dell’acquisto ci possono aiutare a comprendere il grado di sensibilità, appunto, del microfono stesso. Ad esempio la Sony utilizza la sigla S-Mic e la Olympus quella che viene definita Zoom Microphone.

Un’altra differenza, forse un po’ demodè ma certamente fattibile, è quella per cui ci sono sia registratori analogici che quelli digitali.

Il registratore che per primo è entrato nella nostra storia è certamente quello a cassetta, cassetta di lunghezza variabile (chi è un po’ più antico se ne ricorderà) e su nastro. Le cassette, che andavano sostituite per non sovra-registrarci su, ora sono praticamente in disuso. Infatti sono modelli che sono considerati davvero superati. Dobbiamo, però, ammettere che il tipo di segnale ricevuto dal nastro non è mai compresso come quello digitale e quindi è meno distorto.

Abbiamo, però, un bel po’ di formati digitali con cui possiamo confrontarci per rendere merito a quella che è la nuova registrazione vocale, quella moderna.

Innanzitutto potremmo parlare del formato mp3 che è forse il tipo di file che si utilizza maggiormente. Perché? Perché è parecchio compresso e quindi non pesa nulla, è un file che non ha bisogno di tanto spazio ed è di buona qualità, forse non eccelsa, certo. Ma essendo un file piccolo, non proprio eccellente ma neppure orribile, può riprodurre parecchie ore di registrazione. Più che altro, ve lo dico, è una questione da orecchio del tecnico che nota la differenza tra mp3 e formati più grandi e definiti. Nello specifico di un orecchio medio non stiamo parlando di incomprensibilità o di rumori molesti ma sono di un file un po’ più compresso.

Il wav o wave e quel tipo di file che offre una qualità nettamente superiore e, soprattutto, rispetto agli mp3. Chiunque si diletti con la musica sa perfettamente che inviare o ascoltare un file wav ti dà davvero la possibilità di comprendere ogni sfumatura del suono, cosa che nel compressissimo file mp3 non è per nulla possibile. La differenza, però, sta nello spazio occupato perché un file mp3 può essere di qualche mega, un file wav di sicuro ne occupa 80 di mega per un audio di 4 minuti.

Il formato DSS oppure Digital Speech Standard, invece, è un formato digitale che è stato approvato dalle più grandi aziende che operano nel settore audio. Stiamo parlando di file che sono molto compressi e che quindi permettono di ridurre al minimo la dimensione del file nella memoria digitale. Una cosa sicuramente interessante, poi, che si può pensare di fare con questi file è quella di aggiungere una serie di informazioni sul file, come il contenuto, l’argomento, la durata e altre curiosità che possono tornare utili in un archivio in cui abbiamo bisogno di tutte le informazioni nel minore dei tempi.

Un’altra cosa piuttosto importante, che può aiutarvi in quella che è la scelta di un registratore vocale può essere la frequenza di campionamento.

Parliamo, infatti, di una misura che si esprime in hertz che conta tutte le volte che un segnale analogico viene registrato in digitale.

Questo processo si chiama campionatura perché ogni numero che viene registrato è un campione e questa sequenza in ordine è la registrazione. Se il numero è elevato la frequenza è buona e quindi altrettanto la registrazione.

Impossibile non prendere in considerazione anche la struttura fisica dell’apparecchio che deve essere piccolo e leggero, soprattutto se non vogliamo farci accorgere del fatto di avere un registratore con noi.

Mettiamo di avere a che fare con un registratore spia, quelli che servono per fare le indagini investigative. Qui possiamo arrivare ad avere apparecchi che pesano meno di 20 grammi.

Storia dei registratori vocali

Quelle che sono considerate le prime apparecchiature che sono in grado di produrre i suoni erano meccaniche. Diciamo che se andiamo a leggere la storia possiamo, più o meno, datare intorno al IX secolo quando grazie ai fratelli Banu Misa abbiamo uno strumento musicale meccanico, cioè un organo idraulico che riusciva a riprodurre suoni che venivano fuori da alcuni cilindri che si intercambiavano. Questo tipo di cilindri, seguendo le parole di un esperto come il Fowler sono rimasti il dispositivo di base che serviva a riprodurre musica fino al XIX secolo. Questi fratelli Banu Musa inventarono pure un suonatore di flauto che andava in automatico che dovrebbe essere anche la prima macchina programmabile della storia dell’umanità.

Anche gli arabi non furono da meno e nel 1206 inventarono un robot capace di produrre riti che venivano eseguiti su un tamburo.

Dal 1300 in poi iniziarono a vedersi i primi carillon, sempre con la tecnica del cilindro che ruota.

Queste macchine, tutte queste di cui vi ho parlato, erano in grado di riprodurre musica che era già in memoria ma non potevano riprodurre dei suoni che fossero arbitrari, quindi non potevano affatto riprodurre una registrazione del vivo e manco in modo che fosse automatico, quindi diciamo che potessero far da sole.

Antoine Favre, alla fine del Settecento, inventò un carillon a cilindro in grado di registrare un suono altro.

I piano rolls, famosi nell’800, registravano i suoni che emetteva il pianoforte su dei rotoli di carta che si foravano sui suoni giusti e che poi riproducevano il suonato in maniera pedissequa.

Queste macchine, tutte, sono certamente delle macchine di cui parliamo volentieri ma se vogliamo arrivare alla prima registrazione vera e propria con il fonoautografo del francese Scott de Martinville che, nel 1860, registra il Clair de Lune di Debussy regalandoci la prima registrazione a noi nota. Ci sono anche registrazioni dell’Otello e di alcune musiche suonate con delle chitarre.

Il primo apparecchio, invece, che metteva insieme registrazione e riproduzione sonora si chiama cilindro fonografico e fu brevettato dal famosissimo Thomas Edison nel 1878. Da subito grande successo in tutto il mondo, specie nell’esportare registrazioni musicali fino all’inizio del Novecento quando il grammofono soppianta la precedente invenzione proprio perché più facili da trasportare con dischi molto più leggeri e forti del cilindro di Edison. Quando Edison capì che sta per perdere terreno aprì una propria società di dischi audio registrati prima solo da un lato e poi in formato 78 giri, in gommalacca, su tutti e due i lati. Formato che ha resistito fino alla metà degli anni 50 del 900. La scelta del 78 giri come velocità e anche lo standard delle puntine era stato volontariamente messo in discussione dalla comunità mondiale per trovarsi d’accordo su uno strumento e un mezzo che potessero andare bene per tutti.

Ma dopo l’avvento del microsolco e dei dischi in vinile da 33 e 45 giri la qualità della registrazione schizzò in maniera incredibile restando ancora adesso uno standard molto elevato per i puristi del genere.

Dall’altro lato, quella della registrazione elettrica, abbiamo un bel po’ di lavoro fatto da un genio dell’elettronica, Armstrong, tra gli anni 10 e gli anni 20 del Novecento. Grazie ad alcune invenzioni come il triodo o il tubo si svilupparono moltissimo due campi della comunicazione: il telefono e radio. Proprio grazie alla radio FM furono possibili le trasmissioni a distanza lunga e sono ancora adesso il fulcro dei nostri sistemi di riproduzione, sia analogico che digitale.

Arriviamo al punto che ci interessa. Perché se da una parte si sviluppa il disco come riproduttore di registrazioni dall’altro si arriva al nastro magnetico e successivamente al nostro registratore.

Il nastro magnetico diventa un’invenzione pazzesca per tutto il mondo della registrazione grazie all’Ampex 200, che è un apparecchio inventato da Les Paul (sì quello delle chitarre) e che permette di registrare su un multitraccia che è davvero rivoluzionario. E che è rimasto strumento validissimo, e ancora in uso, per le registrazioni. Da soli pochi anni è stato soppiantato dall’uso del digitale e quindi di una memoria non più fisica. L’uso del digitale, se ci pensate, ha modificato tantissimo il nostro modo di pensare, fisicamente, alle riproduzioni o alle riprese. Perché prima c’era sempre bisogno di un supporto fisico per fare delle cose. Io stessa, nella mia adolescenza, avevo un registratore con una micro-cassetta che registrava 30 minuti per lato. Quando, però, la cassetta stava per finire il suo lato c’era tutta un’operazione da fare per estrarre la cassetta, girare il lato, rimetterla all’interno, riprendere la registrazione. Insomma, di certo non vi voglio dire che questa cosa sia stata la cosa più scocciante della vita ma di certo era una cosa che si notava. Invece, nell’epoca del digitale non c’è proprio nulla che renda questa operazione scocciante, anzi. Basta premere play e vengono creati dei file, poi il formato lo decidete voi, che sono già numerati e che durano davvero parecchio. Ovviamente molto si basa anche sulla memoria interna del registratore ma vi posso assicurare che, in questi nuovi modelli di registrazione, non c’è davvero bisogno di immaginare che alla mezz’ora la registrazione finisca.

Dimensioni medie dei registratori vocali (altezza, lunghezza, larghezza)

Dobbiamo sempre ragionare sul fatto che questo tipo di apparecchi ci servano per lo più portatili e che quindi abbiano un peso piuttosto inconsistente e anche una grandezza che rientri nei pochi centimetri.

Da taschino che sia o registratore spia sarebbe bene non superasse i 10 centimetri, con un peso di circa 20 grammi scarsi.

Funzioni di progettazione dei registratori vocali

Ci sono alcune funzioni di progettazione dei registratori vocali che non sono affatto male come quella con il calendario e l’orologio per programmare il registratore negli orari e nei giorni che vogliamo. Molto carina anche l’autointerruzione, che permette di non perdere tempo, e che permette di interrompere la registrazione, in automatico, quindi risparmiando batterie e tempo. Altrettanto interessante, non c’è che dire, è la funzione, super moderna, per cui questo tipo di apparecchio è in grado di trascrivere automaticamente le parole che sono state registrate in precedenza. Altro che sbobinature e ore passate a recuperare in forma scritta il discorso sentito. Ora è molto semplice avere un programmino che consente di passare alla parola scritta in pochi secondi.

Qual è la fascia di prezzo media dei registratori vocali?

La fascia di prezzo dei registratori vocali si divide di base in due. Una prima fascia di prezzo bassa in cui rientrano i modelli base, quindi dai 20 ai 50 euro e poi c’è una seconda fascia media che prende una serie di modelli che vanno da quelli buoni ma base a quelli sofisticati, quindi dai 60 euro ai 160 euro. Basta essere in grado di capire non solo quale modello sia migliore per noi ma perché preferiamo quello piuttosto che un altro. Ricordatevi sempre che non sempre abbiamo bisogno di risparmiare per forza per fare l’acquisto del secolo. Anzi è bene vedere che tipo di modello sia, se è un registratore in grado di essere usato nelle occasioni che preferiamo senza fermarsi al prezzo d’occasione. Anche perché l’occasione potrebbe presto rivelarsi una grandissima truffa.

In quali situazioni i registratori vocali sono i più utili?

Voi pensate che i registratori vocali siano un po’ demodé perché abbiamo i nostri smartphone che hanno, all’interno, un registratore incorporato? Questa sì che è una grossa difficoltà, perché non è vero che il registratore all’interno del telefonino può mai assurgere alla funzioni di un registratore vero. Mancherebbero la qualità e la discrezione che un registratore spia può avere, anzi deve avere. Quindi se ci troviamo a fare delle investigazioni per conto di altri o per conto nostro, se siamo dei giornalisti che non vogliono perdersi neppure un respiro, se siamo degli studenti che devono riprendere per intero la lezione del prof a una certa distanza, beh, allora è bene comprare un apparecchio che funzioni davvero e non una versione base che possiamo trovare in qualsiasi telefonino scadente.

Come scegliere il registratore vocale giusto per le tue esigenze?

Mi piace pensare che la gente abbia bene in mente quello che vuole quando spulcia questi articoli informativi sul web. Mi piace anche pensare che, a questo punto dell’articolo, una persona abbia capito quali possano essere i modelli su cui poter ragionare e il perché della scelta dell’acquisto del registratore vocale migliore per sé. Questo tipo di ragionamento, però, andrebbe fatto su tutti quelli che sono gli articoli di cui vi ho parlato in questi mesi e mi piacerebbe darvi quella consapevolezza giusta per poter fare la scelta che più preferite considerando davvero le specifiche che sono adatte alle nostre esigenze. Quello che dovrebbe essere più giusto da pensare, sempre e comunque, a quale acquisto vogliamo fare nella nostra casa e nella nostra vita e se questo acquisto può essere considerato davvero un acquisto eccellente, cioè che possa determinare un miglioramento nel nostro lavoro o in quello che facciamo.

Io racconto sempre questa cosa perché è come ragiono io, cioè: non bisogna mai immaginare di dover comprare una cosa tanto per comprarla ma dobbiamo essere consapevoli del fatto che in questo mondo fatto di grande tecnologia a portata di mano non possiamo che essere in grado di vivere una vita in cui la tecnologia ci dia una mano a migliorarci in maniera evidente. Non abbiamo mai bisogno, e su questo immagino che siate decisamente d’accordo, di un prodotto scarso che non permetta di migliorare le prestazioni di ciò di cui abbiamo bisogno. E noi abbiamo decisamente bisogno di apparecchi che ci rendano la vita più facile da affrontare, senza bisogno di chissà quale astruse ragioni per decidere, poi, davvero, se fidarsi o meno delle opinioni delle persone. Meglio richiedere informazioni, farsi un giro on line come su questo sito, raccogliere tutti i dati e poi valutare, con calma, quale possa essere la soluzione migliore.

Suggerimenti sull’uso dei registratori vocali

I registratori vocali possono cambiare il nostro modo di percepire le registrazioni e questo non mi sembra altro che una bella idea, specie se dobbiamo ragionare sull’uso reale di questi apparecchi. Non voglio sindacare sui vostri telefonini con la app della registrazione ma mi sento costretta a farlo perché non è di certo così che si riesce a provare la qualità di un suono realistico, con una registrazione di alto livello. Di solito il microfono e la qualità del telefonino sono decisamente scarsi rispetto a quello che può essere un acquisto fatto apposta per avere con sé un piccolo registratore fatto bene. E, soprattutto, se la qualità della registrazione ambientale deve essere superiore perché ci serve come prova poi in tribunale o altro allora è bene comprare qualcosa che sia di qualità eccellente. Pensate, invece, di dover ragionare su come riprendere bene un discorso per provare la consapevolezza appunto di qualcuno e come si possa e si debba sentire bene, anzi si possa e si debba scorporare dai rumori di fondo una voce chiara. Altrettanto questa cosa accade se parliamo di musica e come musicisti noi non possiamo non sapere come funzioni un audio e quanto possa essere giusto appuntare un tema o una melodia e che questa melodia o tema si senta come meglio si deve sentire. E qui, allora, entra in gioco davvero la differenza tra mp3 e wav, quindi ragionevolmente si pensa a quale qualità si voglia avere e quanto spazio si voglia occupare. Proprio, quindi, dopo aver ragionato su tutte queste che sono delle disamine su questo o quel modello allora parliamo dei 5 modelli più belli o interessanti del 2020. E ognuno di questi modelli ha la grandissima capacità di avere sia vantaggi che svantaggi da leggere bene, con tutte le caratteristiche spiegate per bene. Questi ragionamenti vanno fatti prima e non dopo, quindi è bene leggere sempre tutto quello che serve per differenziare l’offerta, con prezzi, dimensioni, opzioni programmabili e qualità del suono. Allora siete pronti per questa seconda parte dell’articolo in cui ci sono questi modelli tutti da scoprire, imparando anche notizie su quelle che sono le aziende costruttrici e sulla loro storia? Non abbandonate l’idea di comprare quello che è il meglio per voi.